Supersex

Protagonista della serie è la pornostar Rocco Siffredi, che negli ultimi anni abbiamo visto presente in programmi di vario genere e ne intuiamo il motivo: in un momento in cui sono stati applicati per legge filtri per l’accesso alla pornografia bisogna trovare altri percorsi per sdoganarla.
È il tentativo anche di questo prodotto che cerca di rendere il protagonista accattivante e il suo mestiere uno tra tanti.
In realtà l’immagine che ne emerge è molto squallida. In un contesto sociale degradato, con esempi devianti ricevuti fin da piccolo e un contorno familiare carente di affetto, Rocco viene attratto dal sesso vissuto fuori dalla normalità fino ad affacciarsi al mondo della pornografia: dunque non solo praticare sesso estremo e perverso, ma guadagnarci diventandone protagonista.
Le scene non lasciano nulla all’immaginazione né del prima né del dopo, identificandosi i contenuti a tratti proprio col genere pornografico (non ne cogliamo differenze), provocando nello spettatore un senso di pesantezza e disgusto: esemplificativi sono gli sguardi di Moana Pozzi totalmente assente mentre subisce un rapporto da Rocco sul set di un porno, i pianti di alcune donne dopo aver subito un rapporto con lui sul set o nella vita reale e, al contempo, il suo sorriso e la sua foga nel compiere questi atti.
Per quanto il fratellastro Tommaso sia il personaggio degradato e problematico, tormentato e incapace di condurre una relazione d’amore e una vita equilibrate, la freddezza con cui Rocco vive il sesso appare assai più preoccupante e problematica.
Un prodotto +18 sconsigliato a chiunque.