Splendida Cornice

A chi si chiedeva se la cultura fosse morta e sepolta all’interno del servizio pubblico generalista, ora si può ricredere. Come una vittoriosa Giovanna D’Arco, Geppi Cucciari sdogana in prima serata un varietà culturale con la C maiuscola.
Con colpi di genio tra intrattenimento pop ed eclettismo erudito, la conduttrice traghetta il suo pubblico lungo un viaggio introspettivo, accompagnata, però, da ospiti fissi e d’eccellenza che contribuiscono al racconto, arricchendolo con performance dal vivo e interventi. “Splendida Cornice” simboleggia il significato più alto dietro al termine “trasmissione”, poiché intende infondere nei telespettatori il giusto sguardo tra l’alto e il basso dell’esistenza.
Inoltre, bisogna riconoscere allo show il merito di riuscire a non scendere mai nell’autocompiacimento o nella pedanteria esplicativa, grazie, soprattutto, all’innato stile cinicamente scorretto e alla battuta pronta di Geppi Cucciari.
Per confermare tale propositiva cifra stilistica, basti pensare all’irriverente parodia della stessa Cucciari che, in apertura di programma, ricalca la sigla del varietà televisivo “Fantastico”, performata da Raffaella Carrà, e ora rimaneggiata negli intenti e nel titolo con “Com’è bello far cultura da Trieste in giù”.
“Splendida Cornice” è un necessario quanto riuscito esperimento televisivo, capace di incentivare nel palato mediale degli spettatori un gusto nuovo, ma allo stesso tempo di suscitare in loro suggestioni da amarcord della grande televisione del passato. Un programma adatto a tutta la famiglia.