Players

Le femministe di tutto il mondo si ribelleranno di fronte al fatto che “Players” è l’ennesima classica commedia romantica che disvela come ci sia ancora molto da lavorare con il costrutto psichico del mondo femminile.
MacKenzie è una giornalista sportiva che trascorre la sua esistenza insieme a un gruppo di amici storici a parlare di sport e a organizzare tattiche da conquista necessarie a vivere proficue avventure di una notte.
Tuttavia, la comparsa di un nuovo pretendente destabilizza l’equilibrio di Mac quando, dopo un’architettata sola notte di passione, sente la necessità di passare oltre. Perciò, chiede aiuto ai suoi amici, affinché insieme si pensi a una strategia efficace a trasformare un flirt in una storia seria.
In seguito a una serie di fortunati colpi andati in buca, MacKenzie raggiunge il suo obiettivo, ma capisce, in extremis, che ciò che ha tanto ricercato non può essere in grado di renderla felice. In un finale rocambolesco, Mac riuscirà a ritrovare la giusta via per vivere una vita più imperfetta, ma più reale.
“Players” evoca un pericoloso meccanismo mentale, ossia il nefasto lavoro femminile di adattamento ai desideri dell’uomo, al fine di conquistarlo, di trattenerlo a sé. Ciò che è ancor più allarmante è il fatto che la protagonista accetti questo compromesso consapevole di rischiare di perdere il controllo della propria identità. Il film, però, si salva nel finale, poiché invita a volgere lo sguardo su una concretezza più fragile ma rivolta a una condivisione quotidiana del proprio sé con l’altra persona. Un film adatto ai +16 per i temi proposti.