La voce che hai dentro

Dopo dieci anni di carcere con l’accusa di aver assassinato suo padre, noto cantante napoletano, il discografico Michele Ferrara prova a rimettere in sesto la sua vita, ma l’impresa è ardua. La sua famiglia non ha mai creduto alla sua innocenza, i figli – tranne Anna, la più piccola – lo tengono a distanza e la moglie ha deciso di rifarsi una vita con un altro uomo. Inoltre, l’etichetta a conduzione familiare è sull’orlo del fallimento e tutti spingono per la vendita. L’uomo però ha in testa due obiettivi: ricostruire la propria famiglia e salvare l’azienda, e nonostante numerose difficoltà – non ultima una grave patologia cardiaca che lo affligge – ci riuscirà, riconquistando l’affetto dei figli e l’amore della moglie, portando al successo una talentuosa cantante emergente e scoprendo, infine, il vero assassino del padre.
Nello svolgimento della storia è evidente quanto la mancanza e, successivamente, il raggiungimento dell’unità familiare sia cruciale per la stabilità di un nucleo di affetti. La fiction non difetta in tal senso, sottolineando come l’amore delle persone più care sia determinante per superare gli ostacoli, anche i più duri, che la vita ci pone davanti. Anche quando, per diffidenza o debolezza, questi legami rischiano di recidersi è sempre la consapevolezza di dover mettere i propri cari al primo posto il salvagente che evita ai personaggi di affogare. Un prodotto di buona qualità, in cui comunque alcuni argomenti delicati avrebbero meritato una trattazione molto più accurata, ma che dimostra di essere discretamente all’altezza di una tv family-friendly.