La luce nella masseria

Il 3 gennaio 1954 cominciano le trasmissioni Rai in Italia: la televisione, pian piano, entrerà nelle case portando significativi cambiamenti sia dal punto di vista sociale che culturale. È un periodo di progresso e novità per il nostro Paese, così come lo è per la famiglia protagonista che si ritrova ad affrontare le difficoltà della vita contadina e dell’emigrazione di fronte al prepotente avanzare di nuove logiche economiche e sociali.
Ma è il rischio della disgregazione familiare a svolgere un ruolo predominante: i Rondinone, infatti, a causa dell’eredità e provati dagli ostacoli, rischiano di mettere fine al rapporto di unità e condivisione che caratterizzava la vita familiare della cascina di Matera. Ad opporsi a ciò sono i più fragili della famiglia: il piccolo Pinuccio, che farà squadra con i suoi cugini, e lo zio Vincenzo con problemi di salute.
Il punto di vista di Pinuccio, peraltro, affascina molto: il bambino vede in quella tv una sorta di scatola magica e l’antennista che ne permette la “vita” quasi un supereroe.
Quella luce televisiva della masseria, alla fine, diventerà riscoperta di unione e di antichi valori che, anche nel bel mezzo del progresso, è stato importante conservare. Una metafora, dunque, dell’innovazione che, se non sposata con la tradizione, rischia di diventare impoverimento di identità.
Il film tv, attraverso la vicenda di questa famiglia, racconta uno spaccato storico e offre un’interpretazione del piccolo schermo, in occasione di questo suo anniversario, come uno strumento di unione nazionale.