Irresistibile

Ah, l’amour! Il cinema francese è da definirsi come caposaldo di stile nel descrivere l’amore. Nell’immaginario comune, Parigi è la città degli innamorati che vivono una “vie en rose”. Tuttavia, in alcuni casi vedere un po’ offuscato non è sempre indice di buona ventura. In effetti non lo è per Adèle, una promettente podcaster, nonché scrittrice di un best seller che tratta di come si possa voltare pagina dopo la fine di una relazione. Proprio alla serata di presentazione del libro, Adèle incontra Arthur, un teorico specializzato in matematica applicata all’amore. Con lui scatta un’immediata passione, eppure quando sta con lui Adèle accusa attacchi di panico. Così scopre di soffrire di un disturbo da stress post rottura, successivo alla fine della sua precedente relazione. La ragazza non si dà per vinta e finisce col collaborare insieme ad Arthur per un nuovo podcast, pur di averlo vicino a sè. Ciò, però, a un caro prezzo: la sua salute sembra sempre più peggiorare.
La serie descrive l’andamento piuttosto altalenante di ciò che potrebbe essere l’amore. Occorre sottolineare il termine “potrebbe”, poiché se si analizza la struttura narrativa troviamo una storia decisamente depersonalizzante. Nessuno tra il pubblico può auspicare di immedesimarsi in questi protagonisti, perché ciò che accade loro risulta alquanto surreale. Adèle non affronta mai il suo problema recondito, ma continua ad allontanare e avvicinare il suo nuovo amore “nocivo” come unica cura ai suoi malanni fisici. “Irresistibile” è una fiction fin troppo romantica, adatta ai +16 per i temi proposti.