Il re – seconda stagione

Il prison drama con Luca Zingaretti ritorna sul piccolo schermo con la seconda stagione. La serie riprende dal punto in cui l’avevamo lasciata, con Bruno Testori detenuto nel suo stesso carcere. Una situazione, questa, che però non dura molto. Gregorio Verna, capo dei servizi segreti, fa infatti cadere le accuse a suo carico e lo reintegra nel ruolo di direttore. Un favore che deve essere ricambiato, ovviamente.
Il compito assegnato a Testori è delicato: deve far parlare un detenuto, il magistrato Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di un’impiegata della compagnia energetica SlimPetroil. Tuttavia, ciò che sembra un incarico ordinario nasconde una verità più complessa. Il direttore inizia a dubitare dell’effettiva colpevolezza di Mancuso e teme che dietro l’operato dei servizi segreti ci siano interessi nascosti e oscuri. Inizia così la sua battaglia per svelare la verità, il cui prezzo sarà molto più alto del previsto.
Forte è il legame della serie con l’attualità: i giochi sporchi dei servizi segreti e gli imbrogli della società energetica sono una critica alla situazione geopolitica attuale. Così come nella prima stagione, il tratto distintivo de “Il Re” è la mancanza di etica e moralità: ogni personaggio agisce nel rispetto di una personale interpretazione di bene, male, giustizia e libertà. Ogni accordo o favore è fatto per un puro tornaconto personale e non si esita a usare l’arma del ricatto in caso di rifiuto.
Per le immagini e gli argomenti trattati, la serie è correttamente consigliata a un pubblico adulto.