I vinili di…

Diciamo la verità! La nostra è un un’epoca dove, per pura bizzarria, si attribuisce un valore esistenziale a molto di ciò che, sotto a una più attenta analisi, risulta sensorialmente intangibile. Tra questi elementi “liquidi” vi è anche la musica, performata ora da console più che da strumenti, e consumata attraverso click più che da mangianastri. “I Vinili di…”, tuttavia, fermano questo flusso di rotta, rimettendo al centro dello show il fantastico mondo del long playing.
Con una piacevole mescolanza di suggestioni emotive che richiamano echi felliniani congiunte a note melanconico-esistenziali alla Woody Allen, il conduttore Riccardo Rossi apre le porte del suo salotto a un ospite che, a ringraziamento dell’invito, lo omaggia con una sequela di compilation musicali, descriventi il proprio percorso di vita.
E mentre le note delle diverse canzoni risuonano nella stanza, Rossi e l’ospite della puntata discorrono sulle reminiscenze che questi brani innescano nel loro subconscio. I temi spaziano svariati e risultano comunitari, catartici anche per il pubblico che segue da casa: il primo amore, le prime speranze e tanti altri ricordi.
Con “I Vinili di…” si ha l’occasione di stanare il privato dei vip intervistati e di sentirli meno proiezioni schermate all’interno del piccolo schermo e quindi più umani, più concreti. Inoltre, risulta una perfetta circostanza per raccontare epoche di un passato ancora vicino, ma forse già dimenticato o perlomeno non inglobato nei costrutti psicosociali delle nuove generazioni. Un programma (già da noi premiato alcuni anni fa) adatto a tutti.