I nuovi ricchi

In un mondo in cui la ricerca della perfezione, fama e ricchezza è diventata l’unica via illuminata possibile, “I nuovi ricchi” si staglia nel panorama cinefilo come un dipinto sociodemografico neorealistico.
Youssef è un incallito bugiardo, arrampicatore sociale, nonché truffatore che prova in tutti i modi a entrare a far parte del gotha, atteggiandosi a grande imprenditore. Il ritratto da viveur, tuttavia, si basa su fondamenta molto deboli, perché per mantenere il suo personaggio finisce nell’immischiarsi in una bisca clandestina di poker con individui poco raccomandabili. Quando la situazione si aggrava, Youssef incontra Stéphanie, una ragazza sui generis che si destreggia tra la follia e la genialità. Di lei lo attrae la possibilità di sottrarle del denaro, poiché per il resto Stéphanie non rappresenta il suo idealtipo: è scorretta, sporca, scurrile e sempre pronta alla rissa. Eppure, tra giri di lenzuola e un fiume di menzogne, i sentimenti incominciano a fare capolino tra i due e permettono a Youssef di ridisegnare le sue prospettive, verso un futuro migliore. La commedia corre parallela all’ambiziosa celebrazione della sconfitta, della scorrettezza e del disincanto. I protagonisti non sono certo esempi da prendere in considerazione, ma nonostante siano brutti, sporchi e cattivi, riescono a riconoscere, in extremis, i valori morali più importanti. Ma in questa esagerata trivialità si può annidare una parvenza di verità: i “personaggi” cercano di annichilire le “persone”.
Una commedia per +16 per l’uso di linguaggio scurrile e la presenza di scene di violenza.