I am Groot – Seconda stagione

Quando uno sceneggiatore costruisce a tavolino un personaggio dai tratti infantili, che parla un linguaggio incomprensibile, dove ogni tanto si inferisce qualche sparuta parola della propria lingua, capace solo di compiere una serie innumerevole di disastri, sa già di aver il pubblico in pugno. E, in effetti, con Baby Groot la Marvel Studios ha fatto centro.
Lui e i Minions sono infatti gli unici personaggi immaginari adorati sia dai grandi che piccini. In loro si rispecchiano esponenzialmente i peggiori difetti del genere umano, ma basta guardare i loro occhioni dolci che tutto il resto va in secondo piano. Tuttavia, giocare facile può essere talvolta rischioso.
Questa nuova tranche di cortometraggi sembra essere più un esercizio di stile o una trovata commerciale. Il viaggio che Groot compie in ben cinque episodi non comporta nel protagonista alcun vero e proprio arco evolutivo. Il piccolo alberello è tutto preso da sfide irrisorie o autorisolutive che tratteggiano superficialmente le sue diverse sfaccettature.
A difesa del prodotto mediale si potrebbe addurre la difficoltà di far agire in solitaria un personaggio tendenzialmente muto. Vi è però da dire che con l’evergreen “Wall-e”, della durata di circa cento minuti, la Disney è riuscita a creare qualcosa di magico.
È un vero peccato che “I Am Groot” non abbia deciso di credere nelle reali potenzialità del personaggio, poiché anche questo piccolo legnetto avrebbe potuto assurgere, di diritto, all’essere annoverato come protagonista maggioritario alla stessa stregua degli altri eroi Marvel. Adatto a tutti.