Esselunga – la CAROTA. Una storia esselunga

Una ragazza ha deciso di andare a vivere da sola e lo comunica al padre, il quale non la prende bene perché pensa che sia troppo giovane. Fa la domanda che ogni genitore avrebbe fatto al suo posto: “Non stai bene qui?”, e la figlia lo rassicura: non è quello il motivo, semplicemente vuole “iniziare a far le cose da me”. La notizia crea malumore in casa, silenzi tra padre e figlia a tavola e tentativi della mamma di mediare, discussioni tra i due, anche in auto direzione supermercato. Una volta entrati nell’Esselunga, di fronte agli scaffali delle verdure, all’ennesimo sguardo della mamma il papà risponde con un gesto di assenso col capo e lei prende una carota. Al rientro a casa, la mamma chiama la figlia ancora triste a partecipare a un karaoke, “come quando eri piccola”, quando usava una carota come microfono come si vede da una foto. Inizia il papà: “Questa è per mia figlia Arianna. Non ti mando sola…” e parte con “Ti lascio una canzone” di Gino Paoli, mentre scorrono immagini dell’infanzia di Arianna in cui il papà si prendeva cura di lei. Le sta comunicando che è libera di andare, ma non sarà mai sola; lui ci sarà sempre, anche da lontano e il suo dono adesso è questo: “Fai la tua vita, amore mio”.
Qual è il ruolo di un padre? Prendersi cura della figlia, farla sentire protetta e lasciarla andare quando è il momento, dandole quel consenso finale senza il quale non si sentirebbe davvero pronta. E la mamma, meravigliosa, non fa altro che favorire questo rapporto: lei sa bene che non basta il suo di consenso: il papà, forse più che mai a quest’età, è insostituibile.