Dove – il costo della bellezza: una storia vera

Una serie di foto e spezzoni video dallo stile iperrealistico documentano la crescita di una ragazza qualunque di nome Mary, mostrando l’effetto devastante dell’influenza dei social media nella sua quotidianità. Dal momento in cui riceve uno smartphone in regalo per i suoi 12 anni, ecco che le immagini della vita della ragazza iniziano lentamente a sbiadire nell’ossessione di raggiungere un’irreale perfezione estetica, sotto l’influenza dei canoni di bellezza tossici veicolati dai social, fino al ricovero in un centro per disordini alimentari. Sulle note di “You are so beautiful”, il filmato si conclude con immagini di altre ragazze che hanno combattuto con un problema di salute mentale legato all’accettazione del proprio corpo lasciando per ultima Mary, ormai in via di guarigione e più bella che mai.
È forse la prima volta che un brand sceglie di operare esclusivamente una comunicazione di sensibilizzazione e denuncia su un problema sociale ancora troppo sottovalutato, tra l’altro illuminando il ruolo-chiave delle madri, sostegno nella sofferenza delle loro figlie, anziché limitarsi a vendere un prodotto. Dove, già promotrice da 20 anni di un progetto sull’autostima nei giovani per stimolare un rapporto positivo con la propria immagine nell’accettazione della propria unicità, ha lanciato il filmato in una campagna in collaborazione con le no-profit Cittadinanzattiva e Social Warning, insieme a una petizione per chiedere alle istituzioni l’inserimento dell’educazione a un uso consapevole dei social media nel piano dell’offerta formativa delle scuole primarie e secondarie.