X Factor

Il talent musicale vince ancora una volta il rischio di stancare, trovando un equilibrio tra la necessità di novità e quella di mantenere il pubblico affezionato.
La novità è rappresentata dai giudici: insieme a Fedez, che in edizioni passate ha dato segno di cavarsela bene nel ruolo, ci sono Dargen D’Amico, Rkomi e Ambra Angiolini. I primi due, tra i più noti nel panorama musicale attuale, dopo un tempo di assestamento e qualche difficoltà a esprimere i giudizi in maniera “comprensibile” (a volte risultano simpaticamente contorti), si dimostrano all’altezza, con buona competenza. Ambra fatica di più e ne paga il prezzo la sua squadra: due concorrenti vengono presto eliminati e i terzi – i Tropea – finiscono sempre al ballottaggio. Apprezzabile, comunque, il suo atteggiamento positivo verso tutti i cantanti.
Avere tre giudici provenienti dal mondo del rap significa, però, non riuscire a rappresentare nella scelta e nel percorso dei concorrenti (ma anche nei giudizi) una diversa sensibilità e più ampia visione musicale.
Questa la pecca, insieme a un’abitudine ormai consolidata all’uso di termini volgari come intercalare (si consiglia pertanto la visione a un pubblico +10) accompagnata da qualche inflazionato modo di dire (tutto “spacca” a X Factor), di una buona edizione. Uno spettacolo bello e curato come sempre, anche nelle scenografie e coreografie, il clima tra i concorrenti leale e costruttivo, la classifica equa e la vittoria dei Santi Francesi meritata, la conduttrice Francesca Michielin, alla prima esperienza, brava, spigliata, di carattere.