Theater Camp – un’Estate a tutto Volume

Andy Warhol apportò un cambio di marcia rispetto al concetto di arte e di fama con la sua più emblematica dichiarazione: “Tutti hanno diritto a 15 minuti di celebrità”.In un certo senso, “Theater Camp” parla proprio di quel tipo di “arte da riflettori”, mettendola però in contrapposizione con l’esplorazione identitaria del proprio sé. In formato mockumentary, le telecamere penetrano nell’AdirondACTS, un campo estivo che ogni anno accoglie giovani speranze dell’arte teatrale organizzando spettacoli e musical, interpretati proprio da questi piccoli ospiti. Tuttavia, la tradizione artistica del camp rischia di andare in fumo, quando la direttrice Joan Rubinsky finisce in coma a causa di un incidente epilettico. A prendere le redini della struttura accorre il figlio di Joan, Troy, contorniato dai decennali direttori creativi, Amos e Rebecca-Diane. Questi ultimi, date le tristi circostanze umorali in cui si ritrovano, decidono di creare un musical dedicato a Joan. E così, tra debiti ingenti nell’amministrazione, scontri interni circa le diverse visioni artistiche, la produzione arranca e lo spettacolo rischia di non vedere la luce. Tuttavia, con un rocambolesco colpo di fortuna lo show avrà il suo lieto fine. “Theater Camp” è un film indipendente, naif e surreale. Tuttavia, nella sua follia intellettuale si trasforma in un potenziale interessante se ci si sofferma ad analizzare il sottotesto. Si parla di sogni, talenti, speranze, libertà in modo divertente e divertito, invitando gli spettatori a imparare a seguire la propria strada. Un film adatto a tutta la famiglia.