Silo

La serie è ambientata in un futuro distopico in cui, a causa di un non specificato disastro apocalittico, gli esseri umani sono costretti a vivere in un silo, un enorme ambiente sotterraneo concepito su più livelli che garantisce condizioni vitali. Chi vuole uscire, o viene costretto per motivi punitivi, non può più rientrare e muore nel giro di pochi minuti.
La sua struttura è rigidamente gerarchica: ognuno occupa un posto specifico dal punto di vista lavorativo e conseguentemente sociale, che non può essere modificato, e chi prova a cambiare lo status quo viene punito. I pochi uomini al comando non danno spiegazioni per le loro decisioni, se non che sono prese per il bene di tutti. Ma i protagonisti della storia, lo sceriffo Becker e sua moglie Allison prima e l’abile e scontrosa meccanico Juliette poi, intuiscono che questi uomini manipolano la libertà e la vita di tutti nascondendo importanti verità. I due coniugi perdono la vita alla ricerca delle dovute risposte. E Juliette? La risposta alla prossima stagione.
La narrazione tocca temi centrali dell’esistenza: la libertà, l’autodeterminazione, la verità. Senza di esse non si può vivere una vita pienamente umana, semplicemente si sopravvive. Ma alla lunga questo non basta: la ricerca di senso diventa impellente anche nel compimento dei gesti quotidiani, nel lavoro, nell’applicazione delle regole, nel desiderio di mettere al mondo un figlio. Così impellente e fondamentale da rischiare la stessa vita per questo.
Merito alla serie per aver portato lo spettatore a riflessioni così alte. Consigliato per un pubblico +12.