Nintendo switch – super mario bros wonder

Una bambina saluta la mamma uscendo di casa con uno skateboard, la mamma le raccomanda di divertirsi e stare attenta, mentre la sorellina più piccola si rattrista perché capisce che rimarrà a casa da sola. Per consolarla la mamma le propone di giocare un po’ con “Mario”, alla piccola torna il sorriso mentre si mette sul divano col suo Nintendo a giocare a Super Mario Bros. Nella scena successiva compare la sorella maggiore che le chiede: “Ehi ma è il nuovo Mario?”. La piccola annuisce e la invita a giocare con lei. Lo spot si conclude con le due bambine che si divertono giocando insieme al videogioco, con il claim “per vivere insieme momenti speciali”.
La pubblicità, a un primo sguardo, è carina e con aspetti indubbiamente positivi: le due sorelle che condividono tempo e gioco insieme in armonia. Non demonizziamo il videogioco, specie se condiviso.
Un secondo sguardo più attento, però, pone delle criticità pedagogiche: un videogame, seppur dai contenuti gradevoli e adatti all’età, non può mai essere un valido sostituto del gioco all’aperto, così importante specialmente in tenera età e, proprio per non togliere spazio al fondamentale gioco libero e che deve coinvolge i cinque sensi, non può durare troppo a lungo. Dalle immagini, infatti, si possono immaginare due scenari: o la sorella grande rinuncia a uscire e sostituisce il gioco all’aperto con il videogioco sedentario e al chiuso, oppure comincia a giocare con la sorellina al rientro quando la piccola ha già giocato con il Nintendo Switch tutto il tempo che lei è stata fuori.
In entrambi i casi lo spot pone un esempio da non imitare.