Le mille vite di Bernard Tapie

“Io sono un istrione”: quest’asserzione canora è la perfetta sintesi della vita di Bernard Tapie. Come un Icaro del secolo scorso, il Tapie descritto nella serie tv ha tentato con tutte le sue innumerevoli mutazioni esistenziali di personificare una dolce amara epopea popolare.
In uno scenario storico quanto mai prossimo ai giorni d’oggi, lo scontro secolare tra le classi sociali “dell’ipocrita” Francia non ha potuto fare a meno d’innescare nella personalità impulsiva e flebile del proletario Bernard un’irrefrenabile quanto accecante sete di rivalsa.
Il vero obiettivo dell’uomo era diventare il leggendario “Bernard Tapie” e, per farlo, doveva vivere sotto la gloria dei riflettori: prima cantante, poi rivenditore di elettrodomestici, capitano d’industria, showman, ma soprattutto proprietario del club calcistico di Marsiglia e Ministro delle città sotto Mitterrand.
Ma è in questa corsa verso la luce scintillante che Bernard viene a patti con l’oscurità. Pur di non lasciarsi sfuggire nessuna occasione, Tapie licenzia, corrompe e distrugge svariate vite umane. E in questo, Bernard è il perfetto emblema degli anni ’80-‘90, periodo storico votato ai costumi consumistici, in cui alcuni tra i più grandi personaggi del tempo sono riusciti a creare dei “caratteri” o meglio delle “caricature” non troppo detestabili, ma nemmeno troppo amabili.
Una serie realistica, capace di far riflettere circa le ceneri morali del passato che hanno costruito la contemporaneità. Adatta a un pubblico maggiore di 14 anni per le tematiche proposte.