La seconda vita – il paradiso può attendere

La felicità non ha età. Questo è il motto che incarna il neo “carpe diem” del programma di Marcello Masi, navigato conduttore tv, pronto a cogliere anche l’ultimo “attimo fuggente” della vita.
Il sessantacinquenne Masi, nel corso del suo show, viaggia tra le regioni italiane nei panni di aspirante pensionato per incontrare chi sta vivendo la propria seconda vita, quella che inizia dopo il lavoro.
In questo modo, il presentatore può prendere spunto, sia pragmaticamente che metaforicamente, dai suoi coetanei, dei perfetti estranei non appartenenti al mondo dello spettacolo, che hanno già varcato la soglia del mondo sconosciuto della terza età.
Questo percorso inter-relazionale si trasforma, dunque, in uno scambio alla pari, che allontana l’idea del reportage televisivo e conseguentemente della interposizione della lente della telecamera con lo spettatore, che osserva il racconto da casa.
A metà tra un congedo dalla vita pubblica e professionale e la rivendicazione della propria identità esperienziale, “La seconda vita” è uno specchio di quell’Italia resiliente, fatta di persone che, non per gloria o per fama, ricostruiscono la loro esistenza divenendo perlomeno protagonisti, personaggi della propria vita, riuscendo finalmente a vivere e non a sopravvivere.
L’ordinarietà diventa straordinaria quando, con estrema franchezza, gli intervistati descrivono le sfaccettature disilluse, disincantate della loro vita quotidiana passata in contrasto con la speranza, la gioia di vivere e la saggezza acquisita poi, giusto in tempo. La “seconda vita” è uno show adatto a tutti.