Gen V

Nata dall’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, “Gen V” è uno spin-off – serie dedicata a un protagonista già apparso in un’altra – di “The Boys”, da cui riprende anche tratti violenti e sessualizzazione esplicita. Nonostante sia un prodotto non adatto a “stomaci deboli” con una violenza splatter “barocca” spesso sublimata nella satira, la serie ha incontrato comunque il gradimento del pubblico, probabilmente per l’originalità dell’idea creativa costruita intorno al tema dei supereroi nell’esplorazione delle loro debolezze.
“Gen V” continua la storia già conosciuta in “The Boys”, seguendo con curiosità e attenzione le sorti di quei giovani supereroi a cui è stato iniettato da bambini il composto V e che sperano di entrare nei “Sette” per ottenere fama e riconoscimento grazie ai loro poteri. Tutto ruota intorno alla Godolkin University, un college d’élite dove gli aspiranti Super imparano a conoscere i propri poteri nel pieno della pubertà, con tutte le derive negative che l’età comporta. Associare l’inadeguatezza tipica dell’adolescenza alla scoperta dei talenti speciali di ciascun giovane è stato senz’altro un elemento attrattivo per il pubblico di ragazzi che ha apprezzato la serie, forse nel ritrovare nei giovani protagonisti lo stesso disincanto che ogni teenager vive non appena arriva il confronto con il lato duro del mondo.
Nonostante gli interessanti spunti di riflessione proposti sull’adolescenza e l’indolenza giovanile, la visione resta consigliata a un pubblico +18 per l’uso davvero eccessivo di violenza e riferimenti sessuali.