Freedom – oltre il confine

Uno dei principali cardini intenzionali della televisione è la divulgazione di conoscenza. Nell’arco di 70 anni di tubo catodico, il percorso narrativo è stato costellato da figure carismatiche che hanno lasciato un’impronta indissolubile nell’immaginario del pubblico.
Dall’antesignano Maestro Manzi, si è passati poi per gli ecumenici Angela – Piero e Alberto -, approdando infine al poliedrico Roberto Giacobbo. Sì, perché con il suo “Freedom”, Giacobbo ha spostato l’asse della conduzione divulgativa verso un’accezione pop.
Questo perché dimostra di saper proporre un ventaglio di argomenti, decisamente distanti tra loro – dalla descrizione della magnificenza del Colosseo alla scoperta dell’uomo del futuro – mantenendo una certa coesione narrativa, grazie al suo carisma e alla sua ironia.
Il suo, infatti, più che uno show è un “periodico multimediale”, contraddistinto da diverse rubriche che rintracciano svariate linee di genere capaci di intercettare i diversi gusti del pubblico. Ed è per tale ragione che Giacobbo, nella categoria dei conduttori, potrebbe essere annoverato alla voce di poliedrico trasformista.
Sempre pronto a intrufolarsi nei cunicoli più impervi come Indiana Jones, o ad aggirarsi per le campagne nel tentativo di appurare l’esistenza degli gnomi come un qualsiasi Gandalf alla ricerca di Frodo, riesce a far sembrare il tutto normale, disinvolto.
“Freedom” è un esperimento riuscito, perché intende andare “oltre il confine” di ciò che è concepito come convenzionale, senza la pretesa di essere la nuova via da seguire. Un programma adatto a tutti.