Everybody loves diamonds

Per chi, da bambino, ha giocato a guardie e ladri, “Everybody loves diamonds” rappresenta il perfetto esperimento italiano di serialità crime. La storia parla del colpo dei colpi, realmente accaduto nel 2003 in Belgio: Leonardo Notarbartolo e i suoi complici hanno rapinato il Diamond Center di Anversa, sottraendo diamanti per un valore di 200 milioni di euro.
La serie tv usa l’espediente storico per costruire una favola dai risvolti comico-cinici attorno alla figura scanzonata del protagonista. Infatti, il giorno dopo la rapina, Anversa e il mondo del lusso sono in tumulto: nessuno si capacita di come qualcuno sia riuscito a beffare il sistema.
Leonardo gongola tronfio, con il suo orgoglio di ladro gentiluomo, pensando di aver dato una lezione a tutti. Eppure, anche dietro all’ingranaggio “più perfetto” può celarsi una falla. La Polizia irrompe nell’appartamento di Notarbartolo, accusandolo del furto con delle prove schiaccianti. L’uomo, incarcerato, si ritrova costretto a lottare per riottenere la libertà e a scoprire chi della banda lo ha tradito.
“Everybody loves diamonds” è un esperimento a metà tra la serialità e la cinematografia. Molti sono i richiami ad altrettanti fortunati filoni del genere, come “Ocean’s eleven”, “Lupin” o “Prova a prendermi”. Unica nota stonata è la mancanza di un forte mordente interiore che muove, smuove i ladri. In questo modo, lo spettatore non riesce a decidere per chi parteggiare, se per i criminali o per le guardie.
Una serie leggera, adatta a un pubblico di +16 per il ricorso a un linguaggio colorito e la presenza di scene forti.