Einstein e la bomba

Con gli echi bellici dinanzi ai propri occhi, affrontare la visione di “Einstein e la bomba” risulta un vero colpo all’ideologia pacifista che l’umanità contemporanea millanta di esercitare.
La storia si apre con l’investigazione, attraverso un’alternanza di filmati d’archivio e drammatizzazioni della vita di Albert Einstein, dell’immediato periodo storico che precede lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel 1933, infatti, Hitler sale al potere in Germania e Einstein, intellettuale antinazista ebreo, diventa il nemico pubblico numero uno.
Da qui, lo scienziato è costretto alla fuga, pur di sottrarsi alla persecuzione nazista. Trova riparo in una campagna del Norfolk in Inghilterra, in cui, strettamente sorvegliato, continua a lavorare alle sue teorie, elaborando, però, la triste constatazione che “bisogna essere pacifisti militanti”.
Di fronte alla sfida morale che gli si presenta, Einstein cambia il suo atteggiamento di storico pacifista e, attraverso discorsi pubblici e missive, si espone politicamente con il chiaro intento di fermare l’avanzata nazista nell’intero globo. Il risultato però, comporta la negoziabilità dei valori “bene” e “male”. Infatti, dopo il trasferimento definitivo negli Usa, lo scienziato procede nella sua battaglia personale, persuadendo il presidente Roosevelt ad avviare un programma nucleare statunitense. Ed è proprio qui che si dimostra l’umanità sofferta dell’essere umano.
Einstein vivrà il resto della sua vita col rimorso della colpa di aver creato la pace incentivando il male della bomba atomica. Un docu-film commovente, adatto a tutti.