Dopo Oliver

Non tutte le storie d’amore hanno un lieto fine. C’è chi si lascia per incomprensioni, chi per tradimenti… ma tra tutte le “rotture”, quella causata dal lutto è sicuramente la più inaspettata, la più cocente.
“Dopo Oliver” racconta la storia di Marc, un uomo sulla quarantina abituato a vivere pensandosi come unicum con suo marito Oliver. Tuttavia, un incidente stradale in cui quest’ultimo perde la vita distrugge l’impalcatura esistenziale di Marc. Alla lettura del testamento, infatti, tocca con mano ciò che aveva tentato di nascondere ai suoi occhi: Oliver aveva una seconda vita a Parigi insieme a un giovane ballerino. Marc, seppur avesse accettato l’idea di un “matrimonio aperto”, non aveva mai pensato di dover, un giorno, confrontarsi con un “rivale” in carne ed ossa. Questa nube adombra il percorso di elaborazione del lutto, poiché la tristezza di Marc si tramuta in rabbia verso Oliver e verso sé stesso. La strada verso la rinascita, però, è pronta ad accoglierlo grazie all’amorevole cura dei suoi amici che, nonostante siano colpiti da altrettante fragilità, lo sostengono nell’ultimo viaggio verso Parigi, dove Marc dovrà incominciare a vivere “dopo Oliver”.
Questo film ha un espediente narrativo di forte impatto, trattando di emozioni universali quali sofferenza, delusione e amore. Tuttavia, la costruzione dei personaggi risulta poco approfondita. Per tale ragione, il pubblico non riesce a vivere a pieno la catarsi con il protagonista. “Dopo Oliver” appare, dunque, come un film d’intenti e retorico. Adatto a un pubblico di +14 per i temi affrontati.