Corpo libero

Tratto dall’omonimo libro, “Corpo libero” è la storia di un gruppo di ginnaste impegnate in un torneo internazionale che si svolge sulle montagne abruzzesi. A far parte della Vis Invicta ci sono la stella Carla, l’inseparabile Nadia, Benedetta e Anna, atlete di qualità inferiore, e Martina che torna alle gare dopo un lungo infortunio.
L’omicidio della star del team rumeno cambierà per sempre le loro vite. Grazie all’interrogatorio a cui è sottoposta Martina si ripercorreranno, da un lato, i giorni delle gare e le vite private dei protagonisti, dall’altro emergeranno i tanti lati oscuri legati al mondo della ginnastica artistica.
La serie ha il merito di invogliare i telespettatori a seguirla per scoprire sia il nome dell’assassino che quello della vittima. Gli elementi legati all’attività agonistica stemperano il classico pathos del thriller ma servono, grazie anche allo scandalo doping e alla continua sofferenza delle giovani atlete, a far capire che lo sport deve essere un’occasione di crescita e socialità e non un mezzo per raggiungere successo e fama.
Il merito della fiction è quella di far riflettere su temi delicati e attuali. Bullismo e body shaming sono all’ordine del giorno all’interno della squadra: una delle componenti sarà costretta dalle compagne a stare due giorni senza cibo per rendere di più in gara. A non convincere, però, è il modo troppo frettoloso e poco chiaro con cui vengono affrontati e risolti questi problemi, pecca che non viene colmata dalla strategia di affidare tutto il racconto alla ragazza più pura del gruppo.