Berlino

Dopo il grande successo de “La casa di carta”, Netflix distribuisce uno spin-off. La storia è ambientata alcuni anni prima dell’ambizioso colpo alla zecca di Madrid, coordinato dal Professore nella prima stagione. La serie si concentra sul personaggio, interpretato da Pedro Alonso, che escogita un piano per infiltrarsi nel caveau della più importante e sicura casa d’aste di Parigi e rubare 63 gioielli provenienti da 34 città d’Europa e altrettante famiglie, per un valore totale di 44 milioni di euro. Il professionista del furto riunisce una squadra di ladri esperti per la sua missione, apparentemente impossibile.
La fiction si divide esattamente a metà tra i due temi principali, il denaro e l’amore, le due dipendenze patologiche di Berlino, anche se la narrazione è influenzata – forse un po’ troppo – dal secondo. Il protagonista vive in uno stato di coinvolgimento sentimentale che gli fa perdere lucidità e freddezza (caratteristiche principali per un ladro) e rischia di mandare a monte un piano architettato alla perfezione. Proprio questo sbilanciamento ha suscitato non poche delusioni da parte del pubblico, che si aspettava più azione dalla serie.
Le differenze con il prodotto originale si dimostrano vincenti per uno spin-off, però, completamente diverso. La serie risulta leggera, intrattiene senza fatica, la narrazione ha un buon ritmo, è veloce e riesce a tenere comunque le persone davanti allo schermo grazie a molti colpi di scena.
Si consiglia la visione a un pubblico con più di 14 anni.