Amore + iva

Lo spettacolo teatrale di Checco Zalone, al secolo Luca Medici, arriva in tv (lineare e poi su Netflix) in una cornice affascinante, un’arena di Verona gremita in ogni ordine di posto.
Il comico e regista pugliese mette in scena una performance totalmente in linea con il personaggio che anche sul grande schermo ha disegnato su di sé, l’italiano medio sui cui vizi, credenze, stereotipi, modi di pensare e agire si diverte a ironizzare. Lo fa con il suo stile dissacrante, spesso provocatorio, capace come pochi (forse nessuno) di scoperchiare un vaso pieno di ipocrisie e di renderle manifeste.
Politicamente scorretto anche nel linguaggio, colorito e caratterizzato dal ricorso al doppio senso che spesso diventa quasi esplicito, Zalone affronta con parole e musica argomenti di vario genere: l’immigrazione, l’evoluzione del rapporto di coppia, l’omofobia, il fenomeno degli influencer.
C’è spazio anche per la famiglia, in un numero in cui vengono messe a confronto, in un modo senza dubbio originale, la famiglia tradizionale e quella “arcobaleno”. La sua ironia non risparmia nessuna delle due, ma finisce per giocare troppo sulla destrutturazione degli elementi che caratterizzano ognuna, rischiando di scadere nel semplicismo e di non suscitare un’adeguata riflessione che, invece, la satira dovrebbe comportare.
Per questo, e anche per la comicità corrosiva nei modi e nelle argomentazioni, è condivisibile la visione ai +13, suggerita da Netflix. Capire e comprendere l’umorismo di Zalone può non essere così immediato per i ragazzi di una fascia di età pre-adolescenziale.