Viareggio 1969

La tranquillità di Viareggio, perla della Versilia, fu scossa nel 1969 da un tragico fatto di cronaca: il 31 gennaio il dodicenne Ermanno Lavorini, figlio di una facoltosa famiglia cittadina, fu rapito dopo essere uscito di casa in bicicletta. Arrivò una richiesta di riscatto di 15 milioni di lire ma del bambino non ci fu più traccia fino al 9 marzo, quando fu trovato cadavere.
Una storia oscura, su cui ancora oggi mancano pezzi di verità, che scosse l’opinione pubblica per la gravità dei fatti e per l’età della vittima. Il documentario ricostruisce con dovizia tutti gli aspetti della vicenda attraverso le testimonianze di giornalisti e di persone coinvolte nell’accaduto, contando sul prezioso apporto delle teche Rai che aiutano il pubblico a comprendere meglio cosa successe all’epoca.
La vicenda fu caratterizzata da accuse, depistaggi, veri e propri linciaggi mediatici verso innocenti che pagarono con la vita il peso delle accuse a loro ingiustamente rivolte, dimostrando come a volte i media possano distruggere una persona fino alle estreme conseguenze. Alla fine, la magistratura giudicò colpevoli tre giovani appartenenti ad un’associazione filo-monarchica che, con il ricavato del sequestro poi finito in tragedia, avrebbe voluto finanziare progetti eversivi.
Un prodotto non semplice per la complessità dei temi trattati che lo rendono adeguato a un pubblico over 16. In particolare, l’opera dimostra con grande attualità quanto, in una società sempre più mediatica e social, la tutela della dignità e della privacy della persona rivesta un’importanza cruciale.