Sei pezzi facili

Vivace quanto ironica penna, Mattia Torre è stato capace di dissacrare il ritratto dell’italiano medio nei suoi luoghi comuni così come nelle sue fisime psicopatiche. Lo ha fatto, però, senza apporvi un giudizio, o meglio un pregiudizio morale, poiché ha sempre preferito guardare i suoi poveri malcapitati protagonisti con indulgenza, con pietas accorata e condivisa, quasi, in fondo, fosse cosciente che qualche stigma culturale l’avesse contratto persino lui. Prematuramente morto nel 2019, è riuscito ugualmente a trasformare il suo talento in mito, o meglio in leggenda. Torre è da annoverare tra i grandi classici della letteratura nazionale. È divenuto un moderno Eduardo, abile nell’aver intessuto uno stile scanzonato inconfondibile, reso così vero, così umano, dal suo ensemble attoriale composto dai fraterni amici Valerio Mastandrea, Valerio Aprea e Paolo Calabresi.
Sei pezzi facili è una summa testamentaria, bibliografica dell’arte di Mattia Torre, diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino che, in punta di piedi, quasi a voler sottrarre la sua identità artistica a favore di quella del collega Torre, rende fruibile, quanto leggiadra la lettura di un’opera teatrale, performata in un teatro vero e proprio, attraverso la lente del mezzo televisivo.
Le sei opere proposte sono: Migliore, Perfetta, Gola, 456, In mezzo al mare e Qui e ora. In ognuna di esse viene dipanata l’esistenza di uomini e donne imperfetti, talvolta inconcludenti, che però continuano a lottare, pur immischiati fino al collo nella fatalità della vita. Adatto ai +14 per i temi affrontati.