Petra

Dopo due anni dalla prima stagione ritroviamo Petra, dove l’avevamo lasciata, con alle spalle una carriera d’avvocato e due matrimoni falliti, con le sue fragilità nascoste dietro modi ancora più ruvidi e spigolosi, a volte cinici, anche nei rapporti affettivi.
Ormai il suo ruolo nelle indagini di polizia è consolidato, come l’amicizia con il viceispettore Antonio Monte: solo lui ha chiaro che dietro quella maschera di durezza si nasconde una professionista in gamba, dotata di raro intuito, umanamente più sensibile di quanto voglia far credere. La sintonia cresciuta tra loro è un punto cruciale della narrazione, che in ogni episodio conduce alla risoluzione del caso ma anche a una crescita personale dei due, a un passo in avanti nello scioglimento dei propri nodi irrisolti. Proprio in questo loro rapporto, nella maturata confidenza si sviluppa l’evoluzione della seconda stagione: li troviamo, infatti, ad aiutarsi reciprocamente a sopportare il dolore e l’orrore con cui vengono a contatto attraverso i casi da risolvere e che, loro malgrado, li coinvolgono anche nel privato.
Ancora una conferma Paola Cortellesi in un ruolo per lei insolito, arricchito della presenza di un altrettanto bravo Andrea Pennacchi. Una splendida e misteriosa Genova continua a fare da affascinante sfondo, con i suoi lati eleganti e quelli complessi e disagiati.
Noir riuscito e originale che, ovviamente, in coerenza con il profilo dei personaggi offre un’immagine non sempre positiva dei valori familiari e comunque complessa da decifrare. Per tali motivi se ne consiglia la visione a un pubblico +14.