Kobe

Un tempo, esisteva un “Kobe” prima di “Black Mamba Bryant”. Quest’affermazione potrebbe essere il sunto narrativo dell’ultimo documentario di Lambert, che fa luce sul vissuto giovanile e sconosciuto del grande campione di basket. Dietro ogni grande sportivo si nasconde generalmente un uomo solido e deciso, e così è stato per Bryant.
Kobe – Una storia italiana è un racconto sui generis, deciso a non mostrare una celebrazione del mito sportivo di Bryant, ma a commemorare la memoria dell’atleta che si è formato in valori e principi proprio in Italia. Trasferitosi per via di suo padre Joe, noto cestista americano sopraggiunto nello Stivale per concludere la sua carriera sportiva, Kobe si ritrova trasmutato dai grandi grattacieli alle città di provincia. Eppure, è proprio lì che vive le prime vere amicizie, le prime passioni, i primi passi verso il raggiungimento del suo obiettivo finale: divenire un giocatore dell’NBA.
Attraverso i racconti commossi di amici e amiche, cimeli o filmati d’annata, lo spettatore diventa testimone dello sviluppo della forma mentis del futuro campione, ma soprattutto della conformazione morale di Kobe, un ragazzo semplice, felice, attaccato ai suoi affetti più cari. E questo non può far altro che commuovere il pubblico. Vedere quale eredità affettiva Bryant abbia lasciato in queste persone, cronisti per caso, fa capire quali siano le cose davvero importanti nella vita e quale sia il vero successo da perseguire: il sacrificio, la lealtà verso le proprie passioni, verso la propria essenza.
Un documentario toccante, adatto a tutta la famiglia.