Imma Tataranni

Nella seconda metà della seconda stagione – riprese interrotte a causa del Covid – ritroviamo la protagonista come l’avevamo lasciata: decisa e caparbia nella ricerca della verità, a tratti severa, stravagante nel vestire e nei modi, ma anche più sensibile di quello che vorrebbe far credere, pronta ad aiutare chi ha bisogno, incerta nei sentimenti e impacciata nelle relazioni personali con l’assistente Calogiuri, col marito e con la figlia adolescente.
Imma Tataranni incarna, con il suo modo di portare avanti le indagini e con la sua testardaggine a perseguire i malfattori – compreso il malavitoso Romaniello, per il quale vuole ottenere la condanna -, la rettitudine e il senso di giustizia. Quella rettitudine la guida anche nella vita privata, dove si mantiene moglie fedele nonostante l’attrazione sentimentale, peraltro ricambiata, per Calogiuri: prevale l’amore per il marito Pietro, legame tenero e autentico messo a dura prova da una serie di vicende che fanno vacillare la fiducia di lui e rivelano una crisi interna alla coppia. Questo nuovo risvolto familiare è il fil rouge delle quattro puntate, attraverso le quali si dipanano altri casi di omicidi che il sostituto procuratore risolve brillantemente.
A quanto pare, è molto più semplice trovare la strada in un caso giudiziario che nella vita affettiva: qui la donna fatica a trovare un equilibrio, tra la figlia adolescente che non sa come prendere e il marito che non riesce più a lasciarsi andare con lei neanche nell’intimità. La stagione si conclude senza una risposta a tutto questo. Attendiamo un prosieguo