House of the Dragon

La narrazione del prequel de Il Trono di Spade parte circa 200 anni prima delle vicende della saga e porta con sé un notevole carico di aspettative.
Protagoniste del racconto sono le vicissitudini della dinastia Targaryen: Viserys I, succeduto al nonno senza eredi maschi diretti, preferito alla cugina più grande di età ma “femmina”, si trova in gravi difficoltà nel mantenere un equilibrio nei rapporti tra i familiari e per definire il suo erede dopo la morte della moglie e di un figlio maschio durante il parto. Lui prende la strada opposta a quella dei predecessori: designa la figlia Rhaenyra e non il fratello, e conferma la scelta anche quando risposandosi ha altri due figli maschi.
La figura di re Viserys è l’unica davvero positiva della serie: “cordiale, gentile e onesto”, è ammirabile quanto si adoperi per mantenere la pace a costo di qualsiasi sacrificio personale e fino allo stremo delle forze, quando la salute ormai l’ha abbandonato, dimostrando in ogni occasione saggezza, equilibrio, affetto per i propri cari, rispetto per tutti, insieme a una grande fermezza.
Peccato che nessun altro sia alla sua altezza e alla sua morte si scatenino le ambizioni ereditarie, attraverso losche trame e azioni meschine.
La serie conferma, rispetto a Game of Thrones, la qualità del prodotto: ottimi sceneggiatura, regia, fotografia, cura dell’ambientazione e dei costumi, narrazione incalzante e colpi di scena. Conferma purtroppo anche l’eccessiva e spesso gratuita presenza di violenza, sangue, sesso e scene forti: pertanto, se ne consiglia la visione a un pubblico +18.