Dahmer

La nuova serie di Netflix Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer è un cammino nella mente di uno dei peggiori serial killer della storia statunitense, scritta con l’obiettivo di ripercorrere la sua vita sin dall’infanzia e dall’adolescenza e di analizzare le possibili cause che lo resero ciò che tutti conosciamo: la famiglia, l’infanzia solitaria, la madre depressa, l’educazione discutibile.
Accusato di diversi omicidi compiuti tra il 1978 e il 1991 a Milwaukee, nel Wisconsin, venne arrestato, condannato all’ergastolo per 16 omicidi e ucciso in carcere da un altro detenuto nel 1994.
Il serial killer, per via dei suoi metodi brutali – lo smembramento dei cadaveri, la loro conservazione in un congelatore e orrendi atti di cannibalismo nei confronti delle sue vittime – riscosse all’epoca grande successo mediatico.
Nel corso della serie, assistiamo a molti casi in cui la “non azione” delle forze dell’ordine causò ulteriori morti e traumi: in quel periodo, l’insufficiente impegno della polizia e il razzismo delle istituzioni contribuirono a non dare rilevanza alle numerose chiamate della sua vicina di casa, solo perché abitava in un quartiere di afroamericani, permettendo che le azioni del serial killer continuassero senza ostacoli per anni.
La fiction, correttamente consigliata a un pubblico adulto, apre inevitabilmente vecchie ferite per le famiglie delle vittime – che infatti hanno reso noto il loro dissenso nei confronti della serie – e offre a figure come Jeffrey Dahmer una fama che non dovrebbero meritare.