Buongiorno, mamma! – Seconda stagione

La seconda stagione si apre con l’arrivo della bambina di Sole e un aggravamento di Anna che porterà al suo risveglio. Si potrebbe pensare: tutto è bene ciò che finisce bene, ma non è così. Ancora una volta gli equilibri familiari difficilmente trovati, grazie soprattutto alla dedizione di Guido, saltano. La guarigione, accade spesso così anche nella realtà, è tanto difficile da gestire quanto la malattia. Forse era più facile parlare con una mamma che tutti in famiglia sapevano presente e cosciente nel suo stato di coma, che doveva solo ascoltare, e non con una madre che fatica a riprendere il suo ruolo all’interno della famiglia, in un momento assai difficile per i figli alle prese con i propri sentimenti, gli errori e le difficoltà a individuare il vero amore, la maternità con le sue insicurezze dettate anche dalla giovane età, la scelta del percorso di studi e lavoro. Anche la relazione tra coniugi deve ritrovare le sue strade, l’intimità e la fiducia reciproca che sarà messa a dura prova. Eppure, il racconto sembra volerci dire che le radici familiari ben piantate, i valori trasmessi ai figli, la dedizione, portino alla fine frutti, partendo dalle proprie fragilità – immancabili -, avendo il coraggio della sincerità, e che non esiste la “famiglia del Mulino Bianco”.
Purtroppo la complessità degli intrecci, a volte davvero eccessiva e contorta, seppur si comprende voglia essere il mezzo per tenere lo spettatore incollato allo schermo nello scorrere delle puntate, distoglie in parte dalle tematiche importanti e significative che la serie vuole trasmettere.