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La serie sembra porsi la finalità di parlare a un pubblico giovane di rapporti sessuali con un linguaggio e un approccio “moderno”.
Protagonisti, infatti, sono ragazzi minorenni alle prese con le prime esperienze sessuali, di scoperta di sé stessi e dell’altro, dell’intimità e della sfera erotica che gira attorno a queste nuove conoscenze.
Il prodotto, lungi dall’essere educativo per i giovani, pecca di superficialità nel trattare l’argomento, rischiando di essere anche pericoloso per il minore che osserva, impara e imita. Messaggi veicolati dal racconto sono ad esempio: la necessità di avere il primo rapporto sessuale entro i 16 anni e già alla prima uscita, poiché se ciò non accade è “strano” e “preoccupante”; il consiglio (dato dalla psicologa della scuola), per risolvere il “problema”, di rivolgersi alla visione di film pornografici (vietati ai minori!) che rischiano, invece, di produrre nell’adolescente aspettative, illusioni, ansie da prestazione e difficoltà di accettazione di sé stesso, con ripercussioni sull’umore, l’autostima e la propria sessualità; l’invito al sexting (che si configura come reato di “produzione, detenzione, diffusione di materiale pedopornografico”); il furto da un sexy shop di oggetti riservati a maggiorenni; l’uso di marijuana (illegale sempre per i minori!); l’abuso di alcool; l’uso improprio e non autorizzato da un medico di psicofarmaci. Per concludere, messaggi di disinformazione e fuorvianti sui disturbi del neurosviluppo e la loro correlazione all’esperienza sessuale (come il disturbo di attenzione ed iperattività).