Vita da Carlo

Per il suo debutto nel mondo della serialità, Carlo Verdone prende spunto dalla sua vita e dalle interazioni con i fan per portare in scena una versione fittizia di sé stesso. Nei dieci episodi la sua sfera privata, composta da pochi amici e familiari, si mescola a quella pubblica in cui la solita routine e la notorietà lo portano a sentirsi quasi in gabbia.
Il fatto scatenante che accende la serie è rappresentato dalla proposta di candidatura a sindaco di Roma di Carlo Verdone. L’attore si trova coinvolto in questa missione per gioco, quasi per errore, ma giorno dopo giorno inizia a crederci e mette tutte le sue idee ed energie nella missione impossibile.
Vita da Carlo è una commedia piacevole, ma non pienamente convincente: nonostante la bravura di Carlo Verdone alcuni episodi procedono lentamente, incastrati nel set casalingo, e si accendono solo una volta lasciata l’abitazione, con simpatici siparietti tra le vie della Capitale, dove si relaziona con bizzarri personaggi e le nuove generazioni.
Se da un lato è stato centrato l’obiettivo di raccontare il legame indistruttibile tra Carlo Verdone e Roma, a deludere sono gli aspetti umani e personali, messi in scena per appassionare i telespettatori e farli riflettere. Sembra quasi siano stati gettati lì, senza pensarci troppo, come dimostra la scena finale in cui l’attore scopre di diventare nonno. Al contrario, invece, in altre scene Carlo Verdone mostra la sua fragilità e solitudine. Un racconto utile per far capire anche ai più giovani che non sempre la ricchezza e la notorietà regalano la felicità.