Un professore    

Dante è un professore di filosofia tornato a Roma dopo diversi anni per prendersi cura del figlio, Simone, in vista del trasferimento della ex moglie. Figlio e padre, tuttavia, non hanno un buon rapporto, a causa di un ingiustificato abbandono che il primo imputa al genitore. Ciò è maggiormente acuito dal fatto che Dante finirà ad essere docente nella classe in cui è presente anche Simone.
La figura del professore fuori dalle righe, anticonformista, che riesce ad affascinare i giovani è sicuramente coinvolgente ed è altrettanto piacevole l’attenzione che viene data alla filosofia, anche in modo semplice e semplificato, calandola nella realtà quotidiana dei ragazzi.
Al di là della buona intuizione, però, sembra che tutto sia esageratamente stereotipato: i giovani con problemi irrisolti, i docenti troppo duri e poco comprensivi, le famiglie necessariamente disordinate o non in grado di assurgere al ruolo di guide.
Sicuramente l’attenzione data ai problemi giovanili è significativa, come ad esempio l’accettazione della propria sessualità, il tradimento, l’amicizia, la criminalità, i problemi economici, ma anche in questo caso, seppure trattati con delicatezza, si ha l’impressione che tutto sia portato all’esagerazione e che, spesso, i casi non vengano approfonditi con le giuste motivazioni.
Lodevole l’aver dato spazio al mondo della scuola, su cui tanto si discute, e all’importanza del docente carismatico, ma forse un po’ più di concretezza avrebbe permesso alla fiction di risultare più convincente, così com’è la sua originale idea.