The Book of Boba Fett

Lo spin-off di The Mandalorian, ambientato sempre all’indomani della trilogia storica, ha come protagonista un personaggio minore della serie: Boba Fett, che avevamo conosciuto spietato cacciatore di taglie, caduto nelle fauci del Sarlacc, colpito da Ian Solo nel tentativo di uccidere Luke. Scampato in modo mirabolante allo stomaco dell’orrido essere, è ora più umano: le esperienze vissute lo hanno forgiato, reso degno di stima, fedele alla parola data, protettivo con le persone di cui si circonda e che lo aiutano. In The Mandalorian aveva conquistato la poltrona e il territorio di Jabba The Hutt: ora non è intenzionato a mollare, costi quel che costi, difendendo il suo popolo e i suoi amici, a loro volta disposti a battersi per lui, a partire dal suo braccio destro Fennec Shand che ha salvato dalla morte.
La storia si dipana, con tempi molto lenti, tra presente e flashback sul passato, dalla riemersione dallo stomaco del Sarlacc, fino alla ricomparsa di Mando e del piccolo Grogu – che riagganciano lo spettatore alla serie precedente e lo preparano alla futura -, per poi giungere alla battaglia finale in perfetto stile Guerre stellari, dove macchine ipertecnologiche vengono sconfitte dalla sgangherata squadra di Boba Fett e Mando e un enorme mostro è addomesticato dal piccolo Jedi.
Storia semplice e a tratti un po’ scontata che valorizza, come sempre nel mondo Star Wars, l’onore, il coraggio, la protezione per i più deboli, l’amicizia, i legami di affetto – tenero ancora una volta il rapporto tra un freddo guerriero e una piccola creatura apparentemente