The Beatles: Get Back

La miniserie è molto di più di una chicca per appassionati: è l’occasione, soprattutto per le nuove generazioni, di assistere alla creazione di un album, Let it be, gioiello indiscusso di arte musicale.
A chiunque abbia la pazienza – in alcune parti le vicende procedono un po’ a rilento – di seguire le 3 puntate e si lasci appassionare dai dettagli della costruzione di un brano – l’aggiunta di un accordo, la modifica del tempo, l’aggiustamento delle parole, una critica, una correzione tecnica -, sembra di assistere ad un miracolo, alla creazione pura di questi artisti, con quelle dinamiche interne al gruppo anch’esse funzionali al risultato.
Un piccolo capolavoro: Peter Jackson, con la sua attenzione al dettaglio, la sua ricerca storico/filologica di 56 ore di filmati e 150 ore di audio inediti, con il coinvolgimento di Paul McCartney e Ringo Starr, delle vedove Yoko Ono e Olivia Harrison e di Giles Martin (figlio del produttore George Martin), ne è l’autore e regista. Una garanzia!
I filmanti e gli audio sono stati peraltro ripuliti grazie alla tecnologia e permettono di fruire al meglio di ogni nota cantata o suonata, di ogni dialogo o battuta.
Ne emerge una band che litiga sì – Harrison lascia le prove ma poi ci ripensa e il clima torna sereno -, ma che collabora anche, in cui ognuno ha il suo carattere e il suo ruolo, più pacato o più impulsivo, e che si diverte a suonare insieme. Il concerto storico finale sul tetto della Apple dà prova della gioia dei quattro nel suonare insieme dal vivo e fa sentire tutti noi spettatori presenti a quell’evento unico e irripetibile.