Storia di una famiglia per bene

La miniserie, tratta dal noto romanzo di Rosa Ventrella, gode dell’interpretazione di attori del calibro di Giuseppe Zeno e Simona Cavallari e di una splendida ambientazione, con scorci cittadini e panorami pugliesi incantevoli.
Ma la sceneggiatura non convince, esasperando i toni romantici della storia d’amore contrastata, piena di luoghi comuni e azioni prevedibili. Maria, di famiglia “umile ma onesta”, ama ricambiata Michele, figlio del boss che tiene sotto scacco tutti nella Bari vecchia e ha anche fatto uccidere il nonno di Maria. Lei, studiosa e cocciuta, è amata anche da Alessandro, di famiglia benestante e figlio di carabiniere, l’occasione per cambiare vita auspicata dai suoi, ma l’amore per Michele è più forte. Michele vorrebbe distaccarsi dalla vita malavitosa ma suo padre lo costringe in vari modi ad aiutare la famiglia, fino al gran finale, con sparatoria e feriti gravi, che rimane aperto per un’eventuale seconda stagione.
Non è solo la storia debole e scontata a non convincere, ma discutibili sono anche i profili dei personaggi: se i cattivi sono davvero cattivi, a tratti spietati e senza pentimenti, i buoni non sono tali fino in fondo, ma pronti a compromessi, anche se per un presunto bene superiore. Michele non ripudia drasticamente la vita dei suoi, ma ci convive e cerca furbamente di ottenere vantaggi per loro per potersene andare; Maria, seppur con qualche titubanza, alla fine preferisce chiudere gli occhi per non perdere l’amore; Antonio, papà di Maria, reagisce alle ingiustizie con la violenza, verso gli altri ma anche nei confronti dei suoi familiari.