Star in the Star

Arrivata dopo un’estate di polemiche, la prima edizione di Star in the Star delude. Nemmeno il meccanismo della competizione e il fascino dell’ignoto sono riusciti a coinvolgere il pubblico, tanto da spingere la rete a tagliare due puntate. Un po’ Tale e Quale Show, un po’ Il Cantante Mascherato, il talent consiste nella sfida tra undici vip che devono esibirsi, sia in playback che live, vestendo i panni di altrettante leggende della musica internazionale. Il pubblico in studio e la giuria determinano man mano le eliminazioni, con successivo smascheramento, e il vincitore.
La sensazione è quella di aver assistito a qualcosa di già visto e il fatto che la trasmissione fosse registrata ha tolto ulteriore pathos allo show. Nemmeno la solita pimpante e popolare Ilary Blasi, perfetta padrona di casa, è riuscita a imporre la sua personalità e a imprimere il doveroso cambio di marcia.
I giurati si sono limitati al compitino: questo, da un lato, ha scongiurato liti o grosse sceneggiate, dall’altro ha reso la narrazione più piatta e noiosa. Nota di merito per le battutine e i civili e sfiziosi confronti tra Claudio Amendola, Marcella Bella e Andrea Pucci: tre mondi molto lontani, ma capaci di amalgamarsi al meglio.
La componente agonistica della gara, pur essendo sempre presente, è stata tenuta bene a bada: durante le puntate sono state pochissime le lamentele dei partecipanti che, anche dopo l’eliminazione, apparivano sorridenti. In questo modo, si è assistito a uno show prevedibile e non divertente, ma sicuramente educato e signorile.