Pillole contro la disinformazione

Sulla piattaforma digitale Rai (e su tutti i canali Rai da aprile) la prima di tre stagioni dedicata a combattere la disinformazione. Undici pillole, ognuna dedicata a un tema, formulate in modo didattico per stimolare lo spettatore ad affrontare le notizie con spirito critico, a porsi delle domande, a scegliere le fonti, ad andare oltre il sensazionalismo, lo scandalo, l’effetto shock causato da parole e immagini che troppo spesso finiamo per replicare senza approfondimenti. Un esercizio utile per i ragazzi: a loro è dedicata una puntata, alla preoccupazione di come essi traggano le proprie informazioni in modo confuso e inconsapevole dai social e dalla rete (il progetto coinvolge anche qualche scuola dove alcuni giornalisti Rai approfondiscono l’argomento con gli studenti). Ma pure gli adulti non sono più preparati delle nuove generazioni a discernere la sovrabbondanza di informazione proveniente indiscriminatamente dal web.
Dal clickbait – ossia l’attività per guadagnare soldi facili attirando il maggior numero di visualizzazioni su un contenuto, vero o falso che sia purché attiri -, al deepfake – tecnica per modificare le immagini di persone diffondendo video falsi e persecutori -, alle battaglie di giornalisti come Maria Ressa contro la disinformazione rispetto agli avvenimenti nel mondo, alle tante immagini false o distorte sulla guerra in Ucraina, alla disinformazione anche scientifica rispetto alla pandemia, ai cambiamenti climatici, ai migranti, alla distorsione della satira. Materiale prezioso per munirsi di qualche strumento in più nella lotta alle fake news.