Pianeta storie

Il conduttore del programma, uno “storionauta”, atterra insieme a quattro bambini-esploratori, e al bambino spettatore al quale si rivolge dando del tu nel corso della puntata, su un pianeta speciale: quello delle storie.
Per ogni atterraggio con la navicella spaziale c’è una storia da raccontare, o meglio da scoprire. La storia che fa da protagonista, infatti, è quella di un silent book: le parole, dunque, non ci sono ma sono quelle dei bambini che, guidati dal conduttore, interpretano le immagini ricostruendone le vicende attraverso un continuo confronto/dibattito.
Il format, al suo debutto, sicuramente ha il merito di avvicinare i più piccoli alla lettura, in particolare di un genere settoriale e delicato, ma anche allo sviluppo del pensiero creativo attraverso la fase di laboratorio-ricostruzione di ciò che accade nelle immagini. Anche i contenuti degli albi scelti risultano efficaci per il target di età, per le tematiche e la varietà delle tipologie, alternando quelli più poetici ad altri più divertenti. Ottimi i costumi e la scenografia.
Tuttavia, il programma risulta un po’ antico dal punto di vista della comunicazione, lento e, per questo, non totalmente convincente.
L’attenzione all’interpretazione delle immagini, però, in un contesto educativo come quello attuale, che punta sempre di più alla multimedialità, sicuramente risulta una scelta motivata. Con un conduttore più adatto, un ritmo più coinvolgente e una formula modificata, la trasmissione potrebbe approdare sicuramente ad una dimensione più efficace.