Non mi lasciare

Elena è una poliziotta che si occupa delle scomparse di minori legate a crimini informatici e vive questa esperienza così pienamente da rasentare l’ossessione, anche a causa del lutto non elaborato del figlio morto. L’indagine dell’ultimo caso la porta a Venezia, sua città d’origine, obbligandola così a fare i conti col passato e a ritrovare vecchi amici. Ma sarà proprio questa immersione lavorativa e personale a donarle un nuovo futuro.
La serie è destinata ad un pubblico adulto in grado di comprendere sia l’intricata trama, sia gli argomenti delicati: la pedofilia, la violenza sui minori, il commercio di bambini, il mondo oscuro del web che può essere un vasto ambiente di crimine vagamente immaginabile.
Elena, attraverso il pesante senso di responsabilità che prova nei confronti di ogni singolo bambino adescato, venduto, e persino ucciso, ci mette di fronte alla responsabilità che noi tutti abbiamo nei confronti dei minori, della loro tutela, del loro diritto ad essere bambini.
Il mondo del web, sia quello dark sia quello quotidiano dei social, si mostra in tutta la sua pericolosità, come un mare in cui si può annegare e di fronte al quale, spesso, rischiare di annegare. Al contempo, mostra anche come la determinazione e il senso di responsabilità possono condurre ad un risultato, e che essere presenti nello sbloccare le vite degli altri spesso significa riuscire a sbloccare anche la nostra vita.
Una serie ottimamente scritta, interpretata e diretta che tocca un tema non scontato in modo serio, approfondito, misurato, comprensibile e coraggioso.