Noi

Pietro e Rebecca hanno tre figli, di cui uno adottato e di colore: le storie si muovono con salti temporali dagli anni ’80 ai giorni nostri, dalla nascita del loro amore alle vicende dei figli cresciuti, tra lavoro, problemi personali e familiari.
La serie è il remake della pluripremiata This is us, e questa è una partenza in salita: riproporre in versione italiana un grande successo è assai complesso e forse troppo carico di aspettative. Il risultato è una partenza “a diesel”, con delle difficoltà iniziali del pubblico per entrare in sintonia con i personaggi, staccandosi dall’originale.
Ma proseguendo la narrazione cominciano ad arrivare dialoghi toccanti, scene di una grande profondità che affrontano i temi più delicati di una famiglia: la coppia, le relazioni tra genitori e figli e tra fratelli, gelosie, sensi di colpa, insicurezze, il peso delle aspettative. Il risultato è il quadro di una famiglia vera, quella in cui ciascuno di noi può trovare qualcosa del proprio vissuto familiare.
Noi non risparmia le sofferenze che comporta portare avanti una famiglia, ma insieme ne mostra la bellezza; quel “vale la pena” che incarnano sempre Pietro e Rebecca, con il loro amore che esce rafforzato da ogni tempesta, a cui non smettono mai di credere; quella paternità significativa di Pietro a cui tornano i figli ogni volta che sono in crisi o devono fare delle scelte, perché per loro il padre è un faro; quelle considerazioni di Daniele sul finale, quando comprende che è proprio il suo percorso familiare che lo ha portato lì a costituire una famiglia solida con l’amata moglie Betta.