Luna Park

Questa serie italiana, ambientata nella Roma degli anni ’60 e scritta da Isabella Aguilar, mette insieme magia, mistero, atmosfere crime e li amalgama con il tessuto dei contesti sociali oggettivati nell’incontro-scontro tra l’ambizione borghese della famiglia Gabrielli e la concretezza della povertà della famiglia Marini, giostrai da generazioni. Le due ragazze Rosa e Nora ne sono l’espressione, e a causa del loro incontro fortuito i loro mondi lontani riescono ad intrecciarsi con un pizzico di magia che richiama il segreto del loro legame di sorelle separate alla nascita.
La fiction, come altre acclamate produzioni Netflix (Baby, Summertime) ha senz’altro tutte le carte in regola per attirare un pubblico di adolescenti e giovani adulti. I temi che vengono messi in luce sono quelli che nascono dalla contrapposizione tra due realtà opposte: desiderio di ricchezza vs povertà, ambizione, voglia di trovare la propria strada e scoprire la propria identità sono tutte tematiche care al pubblico adolescenziale (sebbene se ne consigli la visione dai 16 anni in su per il ricorso a un linguaggio colorito) e spesso nella narrazione quasi sovrastano il filo conduttore protagonista del legame tra le due sorelle che il tempo non è riuscito a scalfire. Tuttavia, questa produzione rivela dei limiti evidenti: pur molto avvincente nello sviluppo (ricco) della storia, i personaggi risultano poco esplorati nel loro background emotivo. Per questo, anche le tematiche proposte ne risultano deboli in termini di efficacia. Forse, con un trattamento più lungo l’effetto sarebbe stato diverso.