L’Anfora di Clio

L’Anfora di Clio è l’ultimo opera-show di una trilogia teatrale, nata per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica, che, a causa della pandemia, non è stato portato in scena, ma è diventato un film per non perdere l’annuale appuntamento con le scuole.
La musa Thalia si ritrova a doversi occupare delle incombenze delle sue sorelle Muse all’interno del tempio di Elicona. Qui, un giorno, arriva il corriere di AmaZeus, agenzia di consegna divina, con un pacco speciale: un vaso digitale, l’Anfora di Clio, che contiene un software in grado di realizzare qualsiasi richiesta, in cambio, però, dell’autorizzazione al trattamento dei propri dati personali. Le Muse acconsentiranno assaporandone subito i lati positivi, ma si ritroveranno a dover fare i conti con la parte negativa della rete, ossia fake news, cyberbullismo, hater. Thalia si ritroverà a dover mettere ordine nella dicotomia luce-tenebre del web.
La tematica del web, altamente necessaria per le giovani generazioni, fa da protagonista al film che, con coreografie, arie liriche e simpatiche scene, porta i ragazzi a riflettere sulle insidie della rete, ma non a demonizzare un mondo che, in ogni caso, rappresenta un’occasione per tante attività e per la crescita personale. La consapevolezza, infatti, è la soluzione ideale.
L’attenzione riservata all’arte, inoltre, lascia trasparire che le emozioni restano umane e che, sempre, si dovrà passare dalla vita virtuale a quella reale per conoscere i sentimenti della vita vera.