ladonnaacaso

Seguire con costanza questo originale profilo provoca un misto di fastidio e rabbia al principio e una riflessione più profonda poi: forse nel mondo occidentale, libero, aperto e moderno che idealmente offre le stesse opportunità sociali, economiche e di carriera a chiunque, esiste invece nei fatti ancora una radicata differenza di trattamento della donna. A volte è eclatante: le maggiori vittime di bullismo e violenza, anche in Italia, sono ragazze/donne; a volte tale violenza è più subdola, come il linguaggio utilizzato per battute volgari a compagne di scuola o colleghe di lavoro.
Ma la certosina selezione di notizie che svolge il profilo rivela come anche il mondo dell’informazione sia impregnato di stereotipi discriminanti: negli articoli – anche delle più note e stimate testate giornalistiche – in cui si parla di donne, si usano spesso termini e immagini che le svalutano, le ridicolizzano o nel migliore dei casi non evidenziano il ruolo o il titolo che ricoprono, spostando l’attenzione sull’essere donna o mamma. Ovviamente vi è una dignità intrinseca nell’essere donna e madre, ma gli articoli lo evidenziano con sorpresa, come si tratti di qualcosa di straordinario.
Ad esempio, se un premio Nobel è uomo si evidenzia che sia uno scienziato di chiara fama, se è donna si sottolinea… che è donna! Di un capo di Polizia donna si evidenzia che a darle l’incarico sia stato un titolato “uomo”. Spesso nei titoli non si dice neanche il nome della protagonista, o al massimo la si chiama per nome, a differenza di quanto accade in caso si parli di un uomo.
Riflettiamoci!