La sposa

Maria è una ragazza della Calabria che, per aiutare la sua famiglia indebitata, decide di sposare un uomo che non conosce, lasciare la sua terra e andare a vivere in Veneto. Qui trova un ambiente ostile: suo marito la rifiuta in nome della moglie fuggita o morta e lo zio di questi, artefice delle nozze non volute, la tratta come una schiava. Pian piano, Maria, con determinazione e amorevolezza, riesce però ad entrare nel cuore di tutti, soprattutto attraverso Paolino, figlio del marito, reso insicuro ed emotivamente chiuso per la mancanza della madre. Tuttavia un fantasma del passato arriverà a minare il nuovo equilibrio: il suo ex fidanzato causerà la morte del marito e quasi la rovina della sua casa.
Al netto delle polemiche regionali che la serie ha suscitato, è opportuno evidenziare alcuni aspetti positivi e altri negativi. La fiction mette insieme sentimenti, storia e società di uno spaccato storico del nostro Paese, talvolta con realismo talaltra con un po’ di fantasia, e temi significativi come il diritto all’istruzione, la tutela del lavoro, i pregiudizi fra Nord e Sud che esistevano un tempo.
Tuttavia, spesso sembra di trovarsi – soprattutto nell’ultima puntata – di fronte a un genere non ben precisato e la fiction rischia di tradire, più che le aspettative del pubblico, il patto narrativo che è alla base di ogni storia. Le scene forti sono quasi sempre giustificate e la figura di questa donna che cerca di ricreare una famiglia a tutti i costi risulta piacevole. Meno convincenti alcuni punti della sceneggiatura.