Il nido dello storno

Lilly Maynard si ritrova a lottare per salvare il suo matrimonio con Jack. Il motivo della loro crisi di coppia riguarda la perdita prematura della loro figlia, Kathy. Se Lily ha accettato la sua dipartita, non è così per Jack, che cade in uno stato depressivo che gli fa tentare il suicidio. Lily lo salva e lo invita a farsi ricoverare in una clinica psichiatrica.
Rimasta sola, Lily resiste alla disperazione curando il suo giardino. Non sa, però, che su un albero del suo cortile si è installato uno storno che, sentendosi minacciato da lei, incomincia a molestarla. Lily chiama, quindi, Larry Fine, un eccentrico ex psichiatra divenuto veterinario, per carpire informazioni sul pennuto. È stata la terapista della clinica di Jack a consigliare il contatto di Fine, affinché anche Lily possa elaborare le sue emozioni, senza il marito accanto. E, in effetti, i due instaurano un legame unico, intessuto di metafore sui volatili, che li spinge a riconoscere i propri limiti. Larry, che ha rifuggito i rapporti extra-personali, vuole rimediare proponendosi come consulente emotivo dei proprietari dei suoi pazienti animali. Lily, che ha cercato di essere forte, sa di dover vivere le sue debolezze. Jack scopre il dolore della moglie e trova la forza di guarire per poter vivere insieme a lei e allo storno, il loro vicino dispettoso.
Una storia commovente che racconta il difficile viaggio dell’elaborazione del lutto e della volontà di salvaguardare quel che resta della propria vita. La visione è adatta per tutta la famiglia, nonostante la presenza di sporadici termini coloriti.